martedì 23 aprile 2013

Accademico

L'altra sera mi è capitato di rileggere una striscia dei "Peanuts" che definirei illuminante.

La scena è tipica: mentre Schroeder è concentrato a suonare, Lucy se ne sta appoggiata al suo piccolo pianoforte. Diversamente dal solito però non cerca di ricevere un complimento o un gesto d'affetto dal suo (non corrisposto) amore, ma, senza neanche guardarlo, si limita a leggergli un passo di un libriccino che ha in mano.

"Dice qui che alcuni studiosi ritengono che Beethoven fosse nero."
"Davvero?" esclama lui interrompendosi di colpo.

Nella vignetta successiva Lucy continua tranquillamente la sua lettura, ma Schroeder è impietrito. Si potrebbe pensare che sia difficile interpretare lo sguardo di qualcuno che al posto degli occhi ha solo due puntini neri, ma quei due puntini esprimono chiaramente un enorme sgomento, mentre guardano fissi nel vuoto. Oltre la pagina.

"Vorresti dirmi che in tutti questi anni sono andato avanti a suonare musica soul?" le chiede alla fine.

Il cantante


 La foto di questo post proviene dalla voce "Charles M. Schulz" di Wikipedia